ALTITUDINE 50 m s.l.m
COORDINATE 39°08′N 16°04′E
SUPERFICIE 29,46 km²
ABITANTI 13.981
I confini naturali del territorio di Amantea sono localizzati a nord dal fiume Verre, con Belmonte Calabro, a ovest dal mar Tirreno, a sud dal fiume Savuto, con Nocera Terinese, ed infine a est, da alcune cime della Catena Costiera, con i comuni di Cleto, Serra d’Aiello e con San Pietro in Amantea.
Amantea è una ridente cittadina della costa tirrenica cosentina, caratterizzata da un territorio perlopiù pianeggiante, il che la rende piacevolmente percorribile anche in bicicletta, soprattutto durante le giornate soleggiate. Turismo estivo e commercio sono le voci più importanti dell’economia amanteana, tale luogo, infatti, può essere considerato un vero e proprio “centro commerciale all’aperto”; cordialità, professionalità e cura dei dettagli ne fanno il punto shopping di risalto di tutta costa.
Nel punto più alto di Amantea possiamo notare i resti che racchiudono la storia di questa cittadina, rappresentati dal Castello di origine bizantino-normanna, una costruzione che domina l’intero abitato dall’alto del colle dove esso è situato; una struttura che venne ampliata nel XV secolo dagli aragonesi e poi ancora rimaneggiato da Carlo V durante la dominazione spagnola. In cima al colle, inoltre, è ancora presente la torre del Mastio, al centro, e i ruderi della vecchia Chiesa di San Francesco d’Assisi. Oltre al castello, numerose sono altre torri ed alcune fortificazioni localizzate all’interno di una zona ben circoscritta. Per raggiungere questi luoghi di grande interesse, sono presenti dei sentieri e delle strade percorribili a piedi ed alcune anche in bicicletta.
Si pensa che nell’attuale sito di Amantea si trovava l’antica città magnogreca di Clampetia o Lampetia, fondata probabilmente dai Crotoniati sul luogo di un’antica città bruzia distrutta, Clete. [1] Dopo la progressiva scomparsa di Clampetia, i Bizantini fondarono nel sito dell’attuale centro storico, la città fortificata di Nepetia, dal greco antico “nuovo accampamento”.[1] Dopo la conquista araba di Nepetia, la città venne rifondata dagli Arabi col nome di Al-Mantiah (la rocca), da cui i toponimi utilizzati: il nome ufficiale, “Amantea”, quello usato nel tardo latino ecclesiastico, Mantia, e quello dialettale, ‘a Mantia o la Mantia. Secondo altri invece il nome deriverebbe dal greco Amantia, nome di città dell’Epiro e della Macedonia.
Per quanto riguarda, invece, l’antica Temesa, questa andrebbe localizzata con molta probabilità, nella località di Campora San Giovanni, attuale frazione della città di Amante.
Nel periodo medievale, nell’attuale area di Amantea vecchia, i bizantini fondarono la cittadella fortificata chiamata Nepetia. Quest’ultima fu, in seguito, conquistata dagli arabi nel VII secolo, che la costituirono capitale di emirato e la ribattezzarono Al-Mantiah. Quando, nell’885, Niceforo Foca riconquistò la città, rimase il nome di Amantea. La cittadina fu elevata a sede vescovile finché, nell’XI secolo, non venne accorpata alla diocesi di Tropea.
Amantea divenne nel 1861, un Comune del Regno d’Italia, dotata di molti uffici pubblici e scuole che ne fecero un punto di riferimento del retrostante entroterra calabrese.
Di particolare importanza è il conferimento di Titolo di Città avvenuto in data 8 giugno del 1973 (Decreto del Presidente della Repubblica).
SEGNI INDELEBILI DELLA STORIA (*curiosità)
Il 20 febbraio del 1943, la cittadina di Amantea subisce un terribile attacco da ascrivere senza di dubbio alle truppe americane. Il bersaglio è la strada nazionale di transito, obbligatoria per il passaggio delle truppe tedesche in ritirata, collocata nella parte alta dell’attuale cittadina, praticamente di fianco e su uno strapiombo che da un lato guarda il mare e dall’altro la Chiesa Matrice ed alcune vecchie case, nel cuore di un quartiere popolare detto il “Pizzone”. Nel primo pomeriggio 9 aerei dell’AIR FORCE (americani) e LIBERATORS della RAF (Royal Air Force) appaiono improvvisamente sull’obiettivo e le bombe, quasi tutte, centrano il bersaglio. Il lancio delle bombe fu talmente preciso che viene completamente distrutto il ponte ed una vecchia casa baronale, ma per fortuna, venne risparmiata la Chiesa Matrice quasi contigua alla casa colpita. Inoltre, durante l’attacco persero la vita diverse persone del luogo. Ad oggi i luogo viene ricordato dagli abitanti del posto come “’i casi sciollate” (case distrutte).
La città è famosa soprattutto per una dolce ricetta: quella del “Buccunotto” (bocconotto), un delizioso dolce di pasta frolla a forma di barchetta ripieno di cioccolato, spezie ed altri ingredienti tipici della tradizione di questo posto. Il sapore intenso del cioccolato legato alle mandorle e alla cannella rende veramente gustoso questo tipico prodotto.
Altri piatti della gastronomia locale sono:
“Pitti ccu niebbiti”: ricetta tipica del periodo pasquale. Si tratta di dolcetti di pasta frolla ripieni di ingredienti come mandorle tostate macinate fine, mostarda, uva passa, cioccolata, cannella chiodi di garofano successivamente cotti al forno.
Ma anche la lavorazione dei Pesci quali: alici, sarde e la neonata “rosamarina” (bianchetto), che vengono preparate da aziende locali e da privati seguendo le ricette tramandate dai vecchi pescatori.
Piatti semplici e genuini come: spaghetti con alici e sarde o con la “rosamarina”, quest’ultima preparata anche a frittelle fritte in olio bollente (nel dialetto locale “i pitticelle”), oppure frittelle preparate con le tipiche alici di Amantea (nel dialetto locale “Monacelle ccu ll’alici d’ ’a Mantìa”).
In paese si lavora molto il legno, vasta è la produzione di sculture, di soggetto perlo più sacro. Presenti anche prodotti in ferro battuto e vimini, come i tipici cesti detti “tagane”.
Referenze: “Gabriele Turchi, Storia di Amantea.”